Di recente ho visto una comica con Stallio e Ollio dove i due insieme a due donne fanno un gran guazzabuglio con una tinozza d'acqua, e mi è tornato in mente un brano di America dove Brunelda dietro un armadio fa il bagno - nella stanza tre altre persone, Delamarche, Robinson e il protagonista del romanzo, Karl. In effetti le comiche americane del muto corrispondono a certi quadretti kafkiani, ciò inducendo a rivalutare il già noto versante comico kafkiano.
Ne Il castello (capitolo 11) si ha un assaggio della sistemazione che tocca a Frieda e a K, il protagonista, i quali sono alloggiati in un edificio scolastico assai spoglio, com'è ovvio, dal punto di vista abitativo. A parte la presenza comica dei due cosiddetti aiutanti o assistenti di K, che il lettore lento (come il sottoscritto impegnato a tradurre) tende a dimenticare, ma uno spettatore al cinema apprezzerebbe molto, la scena dell'arrivo di K nella sua abitazione di fortuna, mi ha ricordato certi scorci comico-miserabili di Chaplin, e anche di Totò (v. "Totò cerca casa")
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