martedì 25 aprile 2017

Il Castello è la mente che lo indaga

Le vacue sottigliezze burocratiche rappresentate nel romanzo di Kafka Il castello (Das Schloss), che sto centellinando nel corso di una mia traduzione diciamo privata che si avvia lentamente alla conclusione, sono con ogni probabilità da guardare come il risultato di un insieme di messe in atto narrative delle talvolta oziose sottigliezze della mente dell'autore, per cui il "castello", non preso alla lettera, suggerisce mappe della mente di Kafka esposta allo studio di Kafka sotto la forma del cosiddetto castello. 
La mente di Kafka non studia se stessa solo nella forma del castello burocratico, ma anche nella forma delle relazioni vigenti nel paesotto che soggiace al castello (v. il post successivo,"Amalia") e dell'analisi che i vari personaggi forniscono a K, il protagonista, delle relazioni che lo interessano. Tali analisi e ricostruzioni, accurate e piene di sottigliezze, non possono certo essere attribuibili alle servette, alla locandiera, al capoccia locale, sono invece saggi di relativistico studio di un intreccio di rapporti interpersonalmente connessi tra loro.

Nessun commento:

Posta un commento