venerdì 23 settembre 2016

Kafka e la giungla d'asfalto

Traducendo Der Verschollene, che significa "lo scomparso", conosciuto come America (bel titolo scelto dal non esecutore testamentario di Kafka, Max Brod), già tradotto negli anni sessanta per Mondadori, non so se anche dopo da altri, trovo descrizioni di cose americane, come il traffico stradale, viste con gli occhi d'un europeo, che è il protagonista del romanzo, ed è anche Kafka, mai stato in America. Che ignora o rifiuta il lessico settoriale, usa perifrasi. Prende cantonate, come quando attribuisce alla Statua della libertà una spada, al posto della fiaccola, o fa dar di mancia a un cameriere uno scellino. Accade un poco come quando si legge una traduzione d'un romanzo americano fatta quando la cultura materiale americana (jeans, juke box, jeep, hamburger) era qui del tutto ignota ai traduttori. Penso a Giungla d'asfalto.
Le perifrasi americane di Kafka aiutano a capire la distanza tra Europa e Nord America, cent'anni fa più grande di quanto lo è ora.

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