(segue)
Il primo brano di "Descrizione di una battaglia", specie nella versione B, costituirebbe un ottimo racconto, con finale strizzatina d'occhio al lettore evoluto, ma l'autore non ha pensato, come ha invece fatto per altri brani del testo, di presentarlo altrove come a sé stante, quindi noi lasciamo le cose come sono.
Comunque sia, si entra in una dimensione surreale, infatti il narratore, cioè l'Alto, salta sulla schiena del suo conoscente, il Basso, e inizia semplicemente a cavalcarlo, facendolo marciare come fosse un quadrupede. Da passivo che era diviene attivo. Inizia un vero "trip". Siamo nella versione A, ma nella B cambia poco. C'è dell'altro: l'Alto crea il paesaggio nel quale s'infila in groppa al Basso. Non siamo mica più a Praga di notte vicino al Ponte Carlo, una delle cui statue attirava l'attenzione del Basso in merito all'angelicità d'una sua mano che gli riportava alla memoria la mano dell'Annetta. Per niente. Siamo ora in una terra incognita creata esplicitamente dall'Alto, che presto abbandona la sua cavalcatura ed avanza a piedi.
(continua)
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