lunedì 13 agosto 2012

F.Kafka:Essere infelici


Una sera di Novembre - non ce la facevo più e misuravo di furia i passi sullo stretto tappeto della mia stanza come se fosse una pista, mi sgomentava la vista della strada illuminata, facevo dietrofront per trovare del resto un altro limite nel tavolo e nel fondo dello specchio - solo per sentirlo cacciai un grido cui niente rispose e niente tolse forza, si alzò dunque libero e non poté cessare neanche quando si spense; a quel punto si aprì una porta, ma così di colpo, senza motivo, che anche i cavalli da tiro giù sul selciato della strada, come fossero imbizzarriti in battaglia, s’impennarono rovesciando indietro il collo.
Un fantasma di fanciullo percorse tutto al buio il corridoio dove  la lampada non ardeva ancora e rimase ritto su una striscia d’impiantito che oscillava impercettibilmente. Come accecato dalla penombra della stanza subito si mise il viso tra le mani, ma si calmò prontamente guardando verso la finestra, davanti al cui telaio i vapori dell’illuminazione stradale, sospinti in alto, giungevano e sostavano. Restò ritto davanti alla porta con il gomito destro appoggiato alla parete e si lasciò accarezzare i piedi, il collo e le tempie dalla corrente d’aria.
Per un po’ stetti a guardare, poi dissi “buongiorno” e presi la giacca dal parafuoco, non volevo mica restare così mezzo svestito. Per bloccarmi l’agitazione rimasi un momento con la bocca aperta. Aveva un cattivo sapore, la saliva, le ciglia mi tremavano, per farla breve non mi mancava che questa visita, a dire il vero aspettata.
Il fanciullo restava lì vicino alla parete, aveva la mano destra premuta sul muro e, tutto rosso in viso, non poteva esserne contento, infatti la parete intonacata di bianco era ruvida e gli pizzicava la punta delle dita. Dissi: “E’ proprio da me che volete venire? Non è uno sbaglio? Niente di più facile, in una casa grande come questa. Io mi chiamo Taldetali, abito al terzo piano. Sono io quello a cui volete far visita?”
Calma! Calma!” disse il fanciullo da sopra una spalla, “è tutto a posto.”
Allora entrate, devo chiudere la porta.”
L’ho appena chiusa io. Non vi affaticate. Soprattutto calmatevi.”
Non si tratta di fatica. E’ che in questo corridoio abita una quantità di gente, tutti com’è naturale sono miei conoscenti; la maggioranza torna ora dal lavoro; se sentono parlare in una stanza credono di avere senz’altro il diritto di venire a vedere cosa c’è. Già una volta è successo. Questa gente ha alle spalle la fatica quotidiana; durante la provvisoria libertà serale, chi mai rispetterebbero? Del resto già lo sapete. Fatemi chiudere la porta.”
Che sarà mai? Che avete? Per me può venire il casamento intero. E poi, di nuovo, la porta l’ho già chiusa, credete di saperla chiudere solo voi? Addirittura a chiave, ho chiuso.”
Allora va bene. Mi basta. Non avreste dovuto chiudere anche a chiave. E ora mettetevi comodo, se volete. Siete mio ospite. Fidatevi. Accomodatevi senza paura. Non vi costringerò né a rimanere né ad andarvene, bisogna che lo dica come premessa? Mi conoscete così male?”
No. Non avreste dovuto dirlo, anzi, certamente non avreste potuto dirlo. Sono un fanciullo; perché prendersi tanto disturbo con me?”
Non fa niente. Certo, un fanciullo. Ma non siete mica tanto piccolo. Siete già bello grande. Se foste una fanciulla non potreste così semplicemente chiudervi con me in una stanza.”
Non ce ne dobbiamo affatto preoccupare. Volevo soltanto dire: conoscervi così bene mi protegge poco, libera solo voi dalla fatica di farmi credere qualcosa. Però mi fate il cerimonioso. Smettetela, lo esigo, smettetela. Inoltre non vi distinguo bene, così in questo buio . Sarebbe meglio se voi faceste luce. No, meglio di no. Comunque mi ricorderò che mi avete minacciato.”
Come? Vi avrei minacciato? Ma vi prego. Io sono davvero felice che alla fine siate qui. Dico ‘alla fine’ perché è già così tardi. Mi resta incomprensibile la ragione per cui siete venuto tanto tardi. Può darsi che nella gioia io abbia parlato a caso e che voi abbiate capito lo stesso a caso. Che io vi abbia parlato in questo modo, lo ripeto dieci volte, è vero, in fin dei conti vi ho minacciato, come volete. – Niente discussioni, per l’amor del cielo! – Ma come potete pensarlo? Come potete offendermi così? Perché volete guastare così questa breve presenza? Un estraneo sarebbe più amabile di voi.”
Credo che non siate stato saggio. Io vi sono tanto vicino quanto un estraneo può permettersi di esserlo, per indole. Lo sapete, dunque perché prendersela? Ditelo, che volete far la scena, e me ne vado subito.”
Dunque! Anche questo osate dirmi? Siete un po’ troppo temerario. In fondo vi trovate nella mia stanza. Strofinate come un matto quel dito sulla mia parete. La mia stanza, la mia parete! Ed oltre a questo c’è quel che dite, ridicolo, non solo sfrontato. Dite, è la vostra indole che vi obbliga a parlare con me in quel modo. Sul serio? E' la vostra indole ad obbligarvi? E’ carino da parte sua. La vostra indole è la mia, e se mi comporto in modo amichevole per indole, voi non potete fare che la stessa cosa.”
Questo è amichevole?”
Parlo di prima.”
Sapete come sarò più tardi?”
Non so niente.”
E andai al tavolino da notte dove accesi una candela. Allora nella mia stanza non avevo né il gas né l’elettricità. Restai al tavolino ancora un momento, finché non fui stanco anche di questo, mi misi il soprabito, presi il berretto dal divano e soffiai sulla candela per spegnerla. Seduto su una sedia dibattei con me stesso se uscire oppure no.
Per le scale incappai in un inquilino del mio stesso piano.
Andate via di nuovo, vagabondo?” domandò quello fermandosi con le gambe su due diversi gradini.
Cosa devo fare?” dissi, “ho avuto ora un fantasma nella mia stanza.”
Lo dite scontento come se aveste trovato un capello nella minestra.”
Voi scherzate, ma rendetevi conto, un fantasma è un fantasma.”
Verissimo. Ma in che modo, visto che ai fantasmi non si crede affatto?”
Non penserete che io creda ai fantasmi? Tuttavia, questo non credere a che cosa mi serve?”
Semplicissimo. Non dovete assolutamente avere alcuna paura, se un fantasma davvero viene da voi.”
Sì, ma questa è la paura secondaria. Quella vera è la paura della causa dell’apparizione. E questa paura rimane. L’ho dentro di me, enorme.” Il nervosismo mi fece rovistare in tutte le mie tasche.
Ma dal momento che non avete alcuna paura dell’apparizione stessa, avreste potuto interrogarla con calma sulla sua causa!”
E’ evidente che voi ancora non avete mai parlato con i fantasmi. Con loro non si riesce davvero mai ad avere un’informazione chiara. Tergiversano. Questi fantasmi sembrano più dubbiosi di quanto lo siamo noi sulla loro esistenza, ciò che non è affatto stupefacente, data la loro nullità.”
Però ho sentito che si può allevarli.”
Siete ben informato. Si può. Ma chi lo farà?”
Perché no? Se per esempio è un fantasma di donna”, disse, e balzò sullo scalino superiore.
Eh sì!” dissi “ma lui non è mica adatto.”
Mi ricordai. Il mio conoscente era già salito tanto che doveva sporgersi da un angolo delle scale per vedermi. “Comunque”, gridai, “se lassù vi prendete il mio fantasma tra noi è finita per sempre.”
Ma era solo uno scherzo”, disse, e tirò indietro la testa.
Allora va bene”, dissi, e ora sarei potuto andare a passeggio davvero tranquillo. Invece, poiché mi sentivo completamente perso, andai su e mi distesi a dormire.



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