giovedì 24 maggio 2012

F.Kafka: La passeggiata improvvisa

Ci sembra, la sera, di aver deciso definitivamente di non uscire, abbiamo messo la giacca da casa, ci siamo seduti dopo cena al tavolo con la luce accesa e si è cominciato a fare un lavoro, o qualche gioco con quel che segue, andare normalmente a letto, fuori il tempo è ostile e restare a casa è comprensibile, inoltre si è rimasti fermi al tavolo tanto a lungo che andar via potrebbe provocare lo stupore generale, hanno infatti spento la luce delle scale di casa e il portone è sbarrato, ciò nonostante in uno stato improvviso di disagio ci si alza, si cambia la giacca, subito salta fuori quella giusta per uscire, si dichiara di doversene andare, e, dopo un breve saluto, si procede a sbattere la porta dell’appartamento per la velocità con cui la si chiude, più o meno ci sembra di provocare dell’irritazione, ci si trova in strada mentre i familiari rispondono vivacemente a questa inattesa libertà che si è procurata loro, e in noi si sente piena, durante questo movimento deliberato, ogni capacità risolutiva, si comprende con maggior chiarezza del solito che siamo in possesso anche di maggior forza di quanto serva per produrre e tenere in moto il più veloce cambiamento, si percorrono lunghe strade, per stasera si è completamente usciti dalla propria famiglia, che ora vira nell’inesistenza, e in solitudine, ben saldi sulle gambe, nero il contorno della nostra ombra, movendo i passi ci si eleva alla propria vera forma. La potenza cresce ancora, se a quest’ora si fa visita a un amico, per vedere come gli vanno le cose.

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