venerdì 29 giugno 2012

F.Kafka: Le coscrizioni*

Le coscrizioni, spesso necessarie a causa delle continue battaglie al confine, si svolgono come segue: si emana l’ordine che in un giorno stabilito, in un quartiere stabilito, tutti i residenti senza distinzione, uomini, donne, ragazzi, debbano rimanere nelle loro abitazioni. Di solito per prima cosa, verso mezzogiorno, fa la sua comparsa, all’ingresso del quartiere dove un reparto di fanteria e di cavalleria sta in attesa già dall’alba, il giovane aristocratico che deve metter mano alla coscrizione. Si tratta di un giovane magro, piccolo, gracile, vestito in modo trascurato, gli occhi stanchi, assalito senza tregua da un’irrequietezza che assomiglia al rabbrividire di un malato. Senza guardare nessuno, costui fa un cenno con lo scudiscio, unico suo equipaggiamento, alcuni soldati gli fanno seguito e lui si dirige verso la prima casa. Un soldato che conosce personalmente i residenti di questo quartiere dà lettura dell’elenco di tutti gl’inquilini. Di solito ci sono tutti, stanno in riga dentro casa, come se fossero già soldati non staccano gli occhi dall’aristocratico. Tuttavia può anche succedere che di tanto in tanto ne manchi uno, si tratta sempre di uomini. Dal momento che nessuno oserà accampare una scusa o addirittura una bugia, ci si limita a tacere, si tengono gli occhi bassi, mal si sopporta il peso della trasgressione avvenuta in questa casa, ma la muta presenza dell’aristocratico trattiene tutti ai loro posti. L’aristocratico dà un segnale, non si tratta neppure di un cenno del capo, lo si legge unicamente nei suoi occhi, e due soldati iniziano a cercare colui che manca. Questo non costa assolutamente alcuna fatica. Non si trova mai fuori di casa, il mancante, mai ha l’intenzione di sottrarsi veramente al servizio militare, non si trova al suo posto solo per paura, ma nemmeno la paura del servizio è quella che lo trattiene, si tratta soprattutto del timore di farsi vedere, l’ordine per lui è smisuratamente formale, gli causa grande paura, da solo non riesce a cavarsela. Perciò non scappa, si nasconde soltanto, quando sente che l’aristocratico è in casa striscia fuori dal nascondiglio verso la porta della stanza e viene subito afferrato dai soldati che ne stanno uscendo. Lo si porta davanti all’aristocratico, che prende lo scudiscio a due mani – è tanto debole, con una mano non farebbe niente – e picchia. E’ difficile che ciò provochi forti dolori, perché l’aristocratico fa calare lo scudiscio un po’ con stanchezza, un po’ con ripugnanza che l’atto deve sopprimere per raggiungere l’uomo. Dopodiché costui può unirsi alla fila dei restanti. Del resto è quasi sicuro che non verrà dichiarato idoneo. 
Succede tuttavia, ed è più frequente, che ci siano più persone di quante si trovano nell’elenco. Per esempio c’è una ragazza estranea che guarda l’aristocratico, viene da fuori, forse dalla provincia, attirata dalla coscrizione, molte donne non sanno resistere al fascino di una tale coscrizione estranea – che a casa ha un significato totalmente diverso. E’ curioso, non si vede niente di vergognoso nel fatto che una donna ceda a questa seduzione, anzi, è qualcosa che secondo l’opinione di qualcuno le donne devono provare, come un debito che pagano al loro sesso. E la cosa si svolge sempre nello stesso modo. La ragazza o la donna sente dire che da qualche parte, anche molto lontano, presso parenti o amici, c’è la coscrizione, chiede ai suoi che le permettano il viaggio, le si dà il consenso, non si può rifiutarglielo, lei si veste al meglio delle sue possibilità, è più felice del solito, e insieme calma e serena, indifferente come può essere di solito, e al di là di tutta la calma e la serenità lei è inaccessibile, quasi come una straniera che si reca in patria e non pensa più a nient’altro. Invece, nella famiglia presso cui deve aver luogo la coscrizione, lei viene ricevuta come un’ospite abituale, è adulante, deve passare per ogni stanza, sporgersi da ogni finestra, impone le mani sul capo a qualcuno, ciò supera le benedizioni dei padri. Quando la famiglia è pronta alla coscrizione, lei ottiene il posto migliore, quello vicino alla porta, dove meglio viene vista dall’aristocratico, e meglio lei vedrà lui. Tale onore tuttavia le dura solo fino all’entrata dell’aristocratico, dopo si spegne addirittura. Lui la guarda poco come guarda poco gli altri e, se rivolge lo sguardo su qualcuno, questi non si sente guardato lo stesso. Ciò lei non se lo è aspettato, o meglio, se lo è aspettato certamente, poiché non può essere che così, ma non era nemmeno l’aspettativa del contrario a spingerla, solo qualcosa che ora invece è finito. Si vergogna come forse si vergognano di solito le nostre donne, per prima cosa ora si rende conto che si è veramente intromessa in una coscrizione estranea, e, quando il soldato ha letto ad alta voce l’elenco, il suo nome non è venuto fuori e per un attimo c’è stato silenzio, lei tremando scappa ingobbita fuori dalla porta e si prende anche un pugno nella schiena dal soldato.
C’è un uomo in sovrannumero, nonostante che non faccia parte di questa casa, ora non vuole altro che trovarsi insieme ai coscritti. Anche questo è del tutto senza speranza, un sovrannumerario arruolato, mai sì è visto qualcosa del genere.
*Arruolamenti militari.


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