venerdì 22 giugno 2012

F.Kafka: Un'accolita di farabutti

C’era una volta un’accolita di farabutti, o meglio non erano affatto farabutti, piuttosto persone qualsiasi, nella media. Stavano sempre insieme. Se per esempio uno di loro aveva commesso qualcosa di leggermente canagliesco, o meglio, niente di leggermente canagliesco, piuttosto di normale, abituale, e lo confessava al cospetto dell’accolita, loro l’analizzavano, giudicavano e applicavano la pena: perdonato e simili. La cosa non era mal pensata, gl’interessi del singolo e dell’accolita erano scrupolosamente tutelati ed al reo confesso si offriva l’opportunità complementare di aver mostrato di che tinta fosse. Così stavano sempre insieme, neanche dopo la morte scioglievano la società, salivano al cielo uniti in un girotondo. Nell’insieme era una visione di pura innocenza infantile, il modo come prendevano il volo. Ma al cospetto del cielo il tutto veniva restituito alle sue parti componenti, ed essi ricadevano giù come veri e propri sassi.

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